Bologna, 7 dicembre 2023 – L’ultimo a volerlo sul palco al suo fianco è stato l’amico Vinicio Capossela, per il primo dei due concerti tutto esaurito tenuti un mese fa al Teatro Duse. "Jimmy, aveva detto, è un funambolo della chitarra, uno dei più originali musicisti italiani, compagno di tanti spettacoli. Sarà un onore averlo con me".

È stata, quella, una conferma dell’immenso rispetto che tutta la scena musicale italiana ha nutrito nei confronti di un artista schivo e geniale, celebre, oltre che per le sue straordinarie doti sonore, per l’incredibile aneddotistica con la quale travolgeva chi aveva di fronte. Jimmy Villotti è scomparso ieri dopo una malattia. Veniva orgogliosamente dal mondo delle balere, è stato compagno di viaggio di tutti i protagonisti della canzone d’autore bolognese.

"Un grande musicista. Un jazzista, un autore – ricorda infatti Gianni Morandi –. Ha suonato insieme a Paolo Conte, Lucio e altri grandi, bolognesi e non. Eravamo amici da una vita, ci vedevamo spesso, ha scritto brani per me". L’eterno ragazzo ha anche "un ricordo speciale: quando abbiamo partecipato in coppia al Pavarotti & Friends. Cantavo una canzone, Io sono un treno, scritta da lui, e lui suonava la chitarra. Un pensiero affettuoso per Natascia, la sua compagna. Oggi il dolore è forte". Fio Zanotti ha detto di recente al nostro giornale: "L’incontro determinante, per la mia carriera, è stato quello con Jimmy Villotti, che mi volle nel suo gruppo e mi fece scoprire il jazz". Devastato dalla perdita Paolo Conte, del cui gruppo Villotti è stato un elemento centrale e fortemente identitario. "Se ne va un uomo corretto, di grande simpatia ed empatia umana – ha detto –. Tutto il mondo che lo ha conosciuto lo rimpiangerà e non lo dimenticherà".

Gli fa eco l’amico Francesco Guccini, compagno di tante notti entrate nella mitologia cittadina e cementate dalle interminabili partite a tarocchino bolognese (gioco che il chitarrista aveva imparato al bar il Rosso, molto frequentato dai musicisti) da Vito. "Ciao Jimmy, grande amico strano, grande chitarrista, grande spartano". Guccini lo definiva "Il mio Rokero", aggiungendo che "Villotti è un ‘genio’ perché è l’unico al mondo che riesce ad accavallare le gambe appoggiando tutti e due i piedi per terra". Si unisce al dolore il jazzista Paolo Fresu: "Artista curioso e aperto, ha prestato il suono della sua chitarra alla migliore musica italiana. Un uomo delicato e affabile, e una istituzione per Bologna, che perde un pezzo della sua storia artistica".

Lo omaggia anche Federico Poggipollini. " Ricordo una serata in cui ero seduto con Jimmy Villotti e Francesco Guccini. Hanno parlato di vecchi ricordi, ma anche di attualità con sarcasmo, ironia e talvolta in un dialetto che rendeva più vivida la realtà. Quell’esperienza rimarrà con me". "Quando alla ’Chiesa’ arrivava Jimmy – è il ricordo di Andrea Mingardi – era come se qualcuno desse il via per dibattere, raccontare e ascoltare stralci di una vita fatta di talento e ironia. Lui, non amava i funerali e non sono certo che si presenti al proprio. Ciao Jimmy. Cosa suoniamo? Cry me a river?".

QOSHE - Jimmy Villotti morto, Morandi: "Il dolore è forte". Guccini saluta "lo spartano" / - Pierfrancesco Pacoda
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Jimmy Villotti morto, Morandi: "Il dolore è forte". Guccini saluta "lo spartano" /

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07.12.2023

Bologna, 7 dicembre 2023 – L’ultimo a volerlo sul palco al suo fianco è stato l’amico Vinicio Capossela, per il primo dei due concerti tutto esaurito tenuti un mese fa al Teatro Duse. "Jimmy, aveva detto, è un funambolo della chitarra, uno dei più originali musicisti italiani, compagno di tanti spettacoli. Sarà un onore averlo con me".

È stata, quella, una conferma dell’immenso rispetto che tutta la scena musicale italiana ha nutrito nei confronti di un artista schivo e geniale, celebre, oltre che per le sue straordinarie doti sonore, per l’incredibile aneddotistica con la quale travolgeva chi aveva di fronte. Jimmy Villotti è scomparso ieri dopo una malattia. Veniva orgogliosamente dal mondo delle balere, è stato compagno di viaggio di tutti i........

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