È di nuovo emergenza aviaria nella nostra regione e i nuovi focolai sono sempre in provincia di Padova nel comune di Sant’Urbano. Qualche giorno fa il sistema veterinario dell’Usl 6 Euganea con l’Istituto zooprofilattico di Legnaro aveva decretato la presenza nella Bassa del virus.

A farne le spese un allevamento di tacchini, ben 21.500, per i quali è stata decisa la soppressione e il successivo smaltimento tramite cremazione. Da venerdì a quel primo focolaio se ne sono aggiunti altri due sempre nello stesso comune: uno che riguarda ben 98 mila polli e un altro dove sono allevate 20 mila faraone per un totale di 118 mila capi.

«È una notizia che non ci aspettavamo di dare così a breve termine» commenta Luca Sbrogiò responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 6. «Siamo davanti a un virus altamente infettivo e contagioso per questa tipologia di animali specialmente per le condizioni di allevamento che sono al coperto; dove, in caso di malattia, la diffusione del morbo diventa rapida e l’abbattimento è inevitabile per colpa della rapidità con la quale gli animali si contagiano e muoiono. Ricordo che al momento lo strumento utile è solo la tempestività accompagnata dal monitoraggio, perché per questi animali da reddito il virus ha una mortalità elevatissima. Non si può proprio perdere tempo. Purtroppo questo è anche in un periodo di passaggio di uccelli migratori e di certo questo fatto naturale non aiuta a contrastare l’aviaria. Per fortuna non siamo in quei paesi dove vi è un contatto stretto tra animali e uomo, ma non possiamo escludere a priori, sebbene si stia ragionando a livello remoto, di un possibile passaggio del virus dal volatile all’essere umano. Qui i sistemi d’allevamento sono sicuri, certificati e controllati».

«Proprio per questo la notizia di focolaio prevede una certa rapidità d’azione e la soppressione di tutti i capi coinvolti. Voglio ricordare che l’uomo potrebbe contagiarsi a seguito di contatti diretti con animali infetti sia vivi che morti e loro escrezioni», prosegue, «L’Usl 6 è impegnata costantemente con i suoi veterinari, la rete di prevenzione e gli altri enti preposti nel monitorare la situazione. Per questo motivo abbiamo esteso un cordone di sicurezza e controllo a dieci chilometri dalle zone colpite. Non ci resta che vigilare e intervenire subito».

Intanto nella giornata di venerdì la Regione Veneto, coadiuvata dall’Istituto zooprofilattico, ha convocato un tavolo di crisi per fare il punto sulla situazione e mettere in atto le strategie migliori. Anche questi 118 mila volatili da reddito saranno avviati purtroppo a smaltimento, ricordando che è pressoché impossibile salvare i capi dal contagio. L’eliminazione con cremazione o soppressione e successiva igienizzazione resta l’unica opzione contro questo virus.

QOSHE - Aviaria, colpiti altri due allevamenti. L’Usl 6: «Abbattere 118 mila volatili» - Daniela Gregnanin
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Aviaria, colpiti altri due allevamenti. L’Usl 6: «Abbattere 118 mila volatili»

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18.11.2023

È di nuovo emergenza aviaria nella nostra regione e i nuovi focolai sono sempre in provincia di Padova nel comune di Sant’Urbano. Qualche giorno fa il sistema veterinario dell’Usl 6 Euganea con l’Istituto zooprofilattico di Legnaro aveva decretato la presenza nella Bassa del virus.

A farne le spese un allevamento di tacchini, ben 21.500, per i quali è stata decisa la soppressione e il successivo smaltimento tramite cremazione. Da venerdì a quel primo focolaio se ne sono aggiunti altri due sempre nello stesso comune: uno che riguarda ben 98 mila polli e un altro dove sono allevate 20 mila faraone per un totale di 118 mila capi.

«È una notizia che non ci aspettavamo di........

© Il Mattino di Padova


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