Il Pd dorme sull’economia, sull’Europa, sull’Ucraina e pure sul medioriente. Ma sull’antifascismo del 1922 è preparatissimo
Poiché evidentemente non hanno un’idea chiara sulla giustizia, sull’economia, sull’Europa, sull’Ucraina e nemmeno sul medioriente, poiché insomma Giuseppe Conte gli ha scippato il salario minimo, gli extraprofitti e pure il pacifismo, è comprensibile che appena possono i dirigenti del Pd si mettano a pattinare con un sospiro di sollievo sull’olio del fascismo e dell’antifascismo. Ci vanno col pilota automatico, come si suol dire, quasi col sospiro di sollievo gratificante di non dover pensare nulla. Questo, bisogna ammetterlo, gli riesce bene. Lo faremmo pure noi, in effetti, se avessimo come segretaria Elly Schlein. D’altra parte ella, cioè Elly, non è mica il mercato generale delle idee. Anzi, il suo segreto è proprio questo: manda avanti il suo podere senza chiedere sovvenzioni al consorzio agrario della fantasia.
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Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.