Parla Roberto Cenati, dimessosi in polemica per l'uso del termine "genocidio": "In questi anni l'associazione ha pensato di poter fare politica, ma non è quello il nostro ruolo. Dobbiamo tornare allo spirito di Casali e Smuraglia"
“L’Anpi ha soffiato sull’antisemitismo. Mi sarei aspettato che partecipassimo alle manifestazioni delle comunità ebraiche. E invece abbiamo preferito la propaganda e gli slogan di pancia”. Roberto Cenati spiega perché, tredici anni dopo, ha lasciato l’incarico da presidente provinciale a Milano, visto che l’Associazione nazionale partigiani ha indetto per il 9 marzo una manifestazione contro il genocidio a Gaza. “Le parole sono pietre e per me quel termine è irricevibile, presuppone un’equiparazione con la Shoah”, spiega al Foglio. Aggiungendo pure che “l’Anpi, in questi ultimi anni, ha pensato di poter essere una specie di partito politico. Ma non è questo il suo ruolo. Dobbiamo tornare agli esempi di Casali e Smuraglia, partigiani veri”.
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Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.