Alla presentazione dell'associazione sulla Terrazza di piazza Venezia tutti cercano la capo ufficio stampa della premier. Si affaccia anche il portavoce di Elly Schlein. Tra paninetti alla Curcuma e spritz a mezzogiorno, viaggio in un mondo che non vuol sentirsi etichettare come "meloniano"
Tutti la cercano, fanno per avvicinarsi, la salutano, le chiedono come sta. Lei, Giovanna Ianniello, la donna che si muove accanto a Giorgia Meloni, la capo ufficio stampa della premier, è anche il deus ex machina della neonata associata “Giornaliste italiane”. Si presta, sorride, ha un parola e un cenno d’intesa per tutti. “Grazie per essere venuti”. Un certo mondo “de destra”, mezza Rai, notaie, avvocatesse, si ritrova qui, sulla terrazza dell’associazione Civita, a “casa” di Gianni Letta, in piazza Venezia, per vedere di che si tratta. Sarà veramente la sigla che segna la spartizione del potere giornalistico nell’epoca meloniana? Anche se per la fatica di salire fino all’ultimo piano, senza ascensore, c’è chi scherza: “La dovevano chiamare Giornaliste italiane in forma”. Tra i primi ad arrivare c’è il ministro del Mare Nello Musumeci, attorniato dalla portavoce Silvia Cirocchi, compagna di Gianni Alemanno, tra le aderenti a questa alcova di professioniste dell’informazione etichettate come sovraniste, un termine “che rifiutiamo. Trovo sia un fallimento quando di un giornalista si dice di destra o di sinistra. Scegliamo solo quelle brave”, dirà la giornalista Mediaset Ida Molaro, tra le promotrici dell’associazione.
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Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.