Mosca finora ha subìto soltanto sanzioni primarie, che sono relativamente facili da aggirare. Le sanzioni secondarie fanno molto più male e il presidente americano le ha imposte con un ordine esecutivo simile a quello che Obama firmò per l'Iran. Guardando all'esempio di allora: il capo del Cremlino ha di che preoccuparsi

Joe Biden ha fatto il suo regalo di Natale a Kyiv (e all’Europa) e ha firmato l’ordine esecutivo con cui impone le sanzioni secondarie all’economia di guerra di Vladimir Putin. La dicitura “sanzioni secondarie” suona scialba rispetto a “sanzioni primarie”, eppure definisce quelle che fanno più male. Putin finora ha subìto soltanto sanzioni primarie, che sono relativamente facili da aggirare. Esempio: a marzo del 2022, quando l’occidente ha deciso le prime punizioni all’economia russa per arginare la produzione bellica, le esportazioni dal Kirghizistan verso Mosca sono decuplicate istantaneamente. Qualcosa di simile su scala ridotta è successo con le esportazioni turche, azere, armene, georgiane, emiratine. In sintesi: i beni europei facevano un giro contorto e lungo, ma – sia pure in quantità minore – arrivavano a destinazione.

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Biden firma la sanzione micidiale contro Putin

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29.12.2023

Mosca finora ha subìto soltanto sanzioni primarie, che sono relativamente facili da aggirare. Le sanzioni secondarie fanno molto più male e il presidente americano le ha imposte con un ordine esecutivo simile a quello che Obama firmò per l'Iran. Guardando all'esempio di allora: il capo del Cremlino ha di che preoccuparsi

Joe........

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