C’è quella di Gualtieri, in 15 minuti, ma anche quella del mare, di Ostia e di Suburra. Tutte le declinazioni d’una capitale

Sarà forse la eco delle celebrazioni per Italo Calvino, sarà forse la consistenza spugnosa di una città dai contorni sempre più sfumati e liminali, ma la famosa frase di Giulio Carlo Argan, uno degli ultimi sindaci di Roma ad aver avuto una autentica visione di sviluppo della città, secondo il quale per ogni città reale ne esistono molte altre immaginarie torna potente alla memoria. Come fosse un antico mosaico composto da tessere invisibili, agglutinanti fisionomie, identità e consistenze di tante città diverse, Roma si apre a ventaglio in un’ombra spettrale che mozza il fiato. E quella frase torna fissa in mente quando, nello sdilinquimento quotidiano tra fermate di bus immote come il deserto dei Tartari e la legnosità damascata delle viscere elettrificate della metro, negli uffici anagrafici traboccanti di carne umana e storie e file kafkiane, tra imprecazioni e un tempo fisso all’orizzonte, immobile come un vecchio oceano di ruggine, si pensa alla città dei 15 minuti. E a come venne promessa, come chissà di quale scoperta si potesse trattare.

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QOSHE - Ecco com'è Roma, una città immaginaria oltre quella reale - Andrea Venanzoni
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Ecco com'è Roma, una città immaginaria oltre quella reale

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05.11.2023

C’è quella di Gualtieri, in 15 minuti, ma anche quella del mare, di Ostia e di Suburra. Tutte le declinazioni d’una capitale

Sarà forse la eco delle celebrazioni per Italo Calvino, sarà forse la consistenza spugnosa di una città dai contorni sempre più sfumati e liminali, ma la famosa frase di Giulio Carlo Argan, uno degli........

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