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Spin Time, un’esperienza innovativa trasformata in bersaglio politico

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23.12.2025

In queste settimane il tema delle occupazioni è tornato al centro del dibattito, spesso ridotto a una questione di ordine pubblico. Dopo gli sgomberi del Leoncavallo a Milano e di Askatasuna a Torino una parte della stampa ha iniziato a concentrare l’attenzione su Spin Time Labs, trasformando un’esperienza innovativa in un bersaglio politico. Nel mirino è finita anche una delle figure che più ne hanno raccontato il senso: don Mattia Ferrari. Ma prima di discutere di sgomberi e legalità vale la pena fermarsi su una domanda semplice e scomoda: che cos’è davvero Spin Time e perché esiste?

Spin Time è soprattutto un’esperienza di rigenerazione urbana e sociale nata nel 2013 nel cuore di Roma, in via Santa Croce in Gerusalemme, Rione Esquilino, all’interno di un edificio di proprietà pubblica rimasto per anni inutilizzato e successivamente venduto a un fondo privato. In quel luogo, divenuto simbolo dei vuoti prodotti dall’incapacità delle istituzioni di rispondere all’emergenza abitativa e alle necessità di servizi locali e relazioni umane, hanno trovato casa oltre quattrocento persone provenienti da decine di Paesi diversi: famiglie con bambini, rifugiati, persone escluse dal mercato immobiliare tradizionale e con fragilità legate al reddito e al lavoro.

La sua importanza va letta innanzitutto nella risposta concreta a un bisogno reale: il diritto all’abitare. Spin Time ha sottratto centinaia di persone alla marginalità estrema, costruendo un contesto di convivenza multiculturale basato su regole condivise, autogestione e responsabilità collettiva, in cui la cittadinanza e le associazioni territoriali sono entrate mescolandosi con gli occupanti. E ha ripensato la questione abitativa in forme inedite, permettendo anche a chi sta ai margini di vivere al centro nonostante la scarsità di case popolari, sempre poche rispetto ai bisogni. 

Accanto alla funzione abitativa, Spin Time ha sviluppato una forte vocazione sociale e culturale, diventando un luogo attraversato da pratiche di mutualismo, produzione culturale e partecipazione civica. Al suo interno sono nati sportelli legali e sanitari, azioni di sostegno alimentare, gruppi di acquisto solidale, doposcuola, corsi di lingue, coworking, falegnameria, serigrafia, studio di registrazione, biblioteca, attività artistiche, teatrali e musicali, spettacoli, libri e film dedicati, socialità, frequenti momenti di confronto pubblico. Questo patrimonio non si è costruito in modo isolato. Spin Time è parte integrante della rete di associazioni del Polo Civico Esquilino e si è radicato profondamente nel quartiere, intrecciando il proprio percorso con quello delle numerose realtà sociali, culturali e solidali che lo animano.

In questo contesto si inserisce l’esperienza di Scomodo, giornale e voce politico-culturale di studenti e studentesse dei licei e delle università romane che ha trovato a Spin Time un luogo di elaborazione, incontro e produzione collettiva. La presenza testimonia come il palazzo sia diventato un punto di riferimento per l’attivismo delle nuove generazioni, capace di offrire ospitalità a espressione critica, formazione e partecipazione, spesso assente nei circuiti istituzionali tradizionali. In un quartiere storicamente multiculturale e attraversato da profonde trasformazioni, ha contribuito così a rafforzare i legami esistenti e a produrne di nuovi, sviluppando competenze e relazioni, lasciandosi a sua volta attraversare dalle energie del territorio. Tale radicamento ha permesso di superare la logica dell’occupazione come spazio chiuso, separato e arroccato, generando un presidio di comunità aperto, riconosciuto e intrecciato al quartiere e alla vita quotidiana.

Non meno rilevante è l’impatto sulla rigenerazione sociale ed economica. Spin Time ha attivato microeconomie, forme di lavoro informale ma organizzato, servizi mutualistici........

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