Davide Parisi, Antonio Affinito e Paolo Iasevoli, tre ragazzi napoletani hanno fondato Evja: la startup offre ai produttori un sistema brevettato che consente di ottimizzare tutti i processi

Quando tre ragazzi campani nel 2015 decisero di avviare a Napoli Evja, mai avrebbero immaginato di raggiungere quei risultati che sono riusciti ad ottenere in appena nove anni. Fondata da Davide Parisi, Antonio Affinito e Paolo Iasevoli, la startup offre ai produttori un sistema brevettato di agricoltura di precisione che consente di ottimizzare irrigazione, nutrizione e difesa, grazie all’uso di modelli agronomici predittivi e dell’intelligenza artificiale. L’idea vincente è stata quella di scommettere su un sistema che, attraverso sensori hi-tech e l’uso di AI, permette di monitorare le esigenze delle piantagioni, di frutta e verdura, in modo da usare l’acqua che serve, non di più, e i trattamenti necessari, senza abusarne. In tal modo se ne avvantaggiano l’ecosistema in termini di sostenibilità , i consumatori per la qualità dei prodotti, e gli agricoltori che risparmiano.

«Il nostro obiettivo – spiega a L’Economia del Corriere del Mezzogiorno Paolo Iasevoli, chief marketing officer e co-founder dell’azienda agritech partenopea – era ed è rendere l’agricoltura più sostenibile da un punto di vista economico e ambientale. Per raggiungerlo, occorre osservare, prevedere e intervenire, grazie a un sistema di supporto decisionale che aiuta le aziende agricole ad ottimizzare irrigazione, nutrizione e difesa, ottenendo un raccolto qualitativamente e quantitativamente migliore». Grazie a questo sistema OPI (osserva, previeni e intervieni), Evija vanta oggi 4 brevetti, dei quali tre già riconosciuti a livello internazionale, e utilizza le più avanzate tecnologie in ambito di modellistica agronomica predittiva, intelligenza artificiale e sensoristica, puntando sulla cosiddetta Internet delle cose. Il quartier generale della start up è a Napoli, nella zona industriale, ma tutto è iniziato dalla Valle del Sele, in particolare dalle coltivazioni dell’insalatina che si ritrova in busta al supermercato. «Lo sviluppo è stato portato avanti senza alcun investimento esterno fino a quest’anno – incalza Paolo Iasevoli - L’azienda ha intrapreso diversi percorsi di accelerazione in Italia e all’estero, che hanno portato ad avere tra i soci nel 2016 due multinazionali del settore agricolo come la tedesca Baywa e l’austriaca Rwa, tramite il loro programma di accelerazione agro innovation lab a Vienna. Nel 2017 abbiamo registrato l’investimento di Startupbootcamp Foodtech, una holding di startup internazionali. Nel 2019, dopo soli quattro anni dalla nascita, Evja aprì una sede a Wageningen, nel cuore dalla food valley olandese, continuando ad espandere la propria presenza sui mercati internazionali fino ad essere attualmente operativa in 9 Paesi e 4 continenti».

Il settore principale è ovunque quello dell’orticoltura, sia in pieno campo che in coltura protetta. Hanno dato il loro contributo alla crescita dell’azienda numerosi docenti e ricercatori dell’università federiciana. Il Centro nazionale per lo sviluppo delle Nuove Tecnologie in Agricoltura - Agritech, di cui la Federico Secondo è ente proponente, nasce proprio con l’ambizione di combinare le migliori competenze scientifiche per rendere l’industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibile. Un polo universitario creato a San Giovanni a Teduccio che forma tecnici specializzati di alto profilo in grado di comprendere, governare e agevolare la trasformazione tecnologica e digitale del settore primario agricolo. I principali partner scientifici della start up sono, oltre all’ateneo napoletano, l’Università di Pisa, quella di Almeria, il Cnr e il Crea, oltre a tutti gli stakeholder, nazionali ed internazionali, interessati a sviluppare best practice nel settore agricolo. «Nello scorso mese di settembre - conclude Iasevoli - Evja ha chiuso il suo primo round di investimento, si tratta di una un pre-serie-A da 4,2 milioni, guidato da Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital società di gestione del risparmio, attraverso il fondo Italia Venture II e il fondo Sefea Impact Sgr. Il nostro obiettivo adesso è intensificare la presenza internazionale e lo sviluppo tecnico-scientifico del prodotto».
Queste risorse saranno prevalentemente impiegate per potenziare la struttura, preparare la startup per la fase di internazionalizzazione e accrescere ulteriormente il valore dei servizi offerti in termini di innovazione tecnologica. «Siamo orgogliosi dell’ingresso nel nostro portfolio di un’azienda giovane e con una forte presenza internazionale in un settore così strategico per l’Italia come l’agritech - commenta Francesca Ottier, senior partner e responsabile del Fondo Italia Venture di Cdp Venture Capital - Il fatto che Evja sia riuscita a sviluppare la propria soluzione con limitate risorse finanziarie e ad ottenere già importanti risultati di vendita a livello internazionale ci rende fiduciosi nelle prospettive di crescita che potranno essere innescate grazie al nostro investimento».Â

Insomma, in virtù degli investimenti di Cdp Venture Capital, controllata di Cassa Depositi e Prestiti. che sostiene le startup, Evja potrà proseguire la propria penetrazione sui mercati esteri. Il settore dell’agritech è uno di quelli sui quali investe il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Come ha recentemente ricordato il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, «avremo da utilizzare oltre 300 milioni del Pnrr per il progetto Agritech, un grande progetto di ricerca scientifica legata alle produzioni agricole, alle tematiche ambientali e a quelle del risparmio ambientale».

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20 novembre 2023

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Agricoltura 4.0: start-up napoletana brevetta un sistema che utilizza l'Ai per frutta e verdura

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20.11.2023

Davide Parisi, Antonio Affinito e Paolo Iasevoli, tre ragazzi napoletani hanno fondato Evja: la startup offre ai produttori un sistema brevettato che consente di ottimizzare tutti i processi

Quando tre ragazzi campani nel 2015 decisero di avviare a Napoli Evja, mai avrebbero immaginato di raggiungere quei risultati che sono riusciti ad ottenere in appena nove anni. Fondata da Davide Parisi, Antonio Affinito e Paolo Iasevoli, la startup offre ai produttori un sistema brevettato di agricoltura di precisione che consente di ottimizzare irrigazione, nutrizione e difesa, grazie all’uso di modelli agronomici predittivi e dell’intelligenza artificiale. L’idea vincente è stata quella di scommettere su un sistema che, attraverso sensori hi-tech e l’uso di AI, permette di monitorare le esigenze delle piantagioni, di frutta e verdura, in modo da usare l’acqua che serve, non di più, e i trattamenti necessari, senza abusarne. In tal modo se ne avvantaggiano l’ecosistema in termini di sostenibilità , i consumatori per la qualità dei prodotti, e gli agricoltori che risparmiano.

«Il nostro obiettivo – spiega a L’Economia del Corriere del Mezzogiorno Paolo Iasevoli, chief marketing officer e co-founder dell’azienda agritech partenopea – era ed è rendere l’agricoltura più sostenibile da un punto di vista economico e ambientale. Per raggiungerlo, occorre osservare, prevedere e intervenire, grazie a un sistema di supporto decisionale che aiuta le aziende agricole ad ottimizzare irrigazione, nutrizione e........

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