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Roma Felix/8 Le catacombe di San Callisto: «Siamo venuti a bere alle sorgenti»

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13.10.2024

Roma, Catacombe di San Callisto, La cripta dei Papi

Un giorno d’aprile del 1870 due ragazzi appena diciottenni, Mariano Armellini e Orazio Marucchi, stavano camminando lungo la via Nomentana quando incontrarono il papa Pio IX di ritorno in città con un piccolo seguito. Il Papa, vedendo quei due ragazzi con libri e carte, si fermò e domandò loro da dove venissero. Sorpresi e imbarazzati i due risposero che erano studenti e venivano dalle catacombe di Sant’Agnese dove erano stati mandati dal loro professore Giovanni Battista De Rossi. Pio IX li benedì e disse: «Cari figlioli, studiatele con amore sotto la guida del vostro bravo maestro, e pregate presso i santi martiri nelle catacombe come solevano fare gli antichi cristiani, perché del loro sangue noi siamo la stirpe». Papa Pio IX e Giovanni Battista De Rossi, fondatore della moderna archeologia cristiana, sono stati i grandi artefici della riscoperta delle catacombe di Roma. È grazie a loro se oggi è possibile conoscere e visitare questi luoghi cari alla memoria cristiana. L’archeologo De Rossi ebbe soprattutto il merito di riportare alla luce la più celebre tra tutte le catacombe: quella di San Callisto, il primo cimitero sotterraneo ufficiale della Chiesa di Roma. Nel 1849, nell’area di San Callisto che si estende tra la via Appia e la via Ardeatina, l’archeologo scoprì frammenti di una lapide che recava la scritta «NELIUS MARTYR». Intuì la prima parte mancante del nome e, completando la scritta in CORNELIUS, comprese che si trattava dell’iscrizione sepolcrale del papa martire Cornelio (251-253), morto a Civitavecchia. Il De Rossi sapeva di aver scoperto la lastra di marmo del suo sepolcro nel terreno soprastante a un cimitero fino ad allora inesplorato, ma che antichi rilievi topografici e sicure fonti localizzavano proprio in quella zona. L’archeologo si recò allora dal papa Pio IX, gli raccontò delle sue scoperte e delle sue speranze e lo pregò di comprare quel terreno.

Gli scavi gli diedero ragione. Nel giro di pochi anni riportò alla luce ben sei cripte: la cripta del papa martire Cornelio, quella di Calocero e Partenio, la cripta del santo papa Gaio (283-296), quella del papa martire Eusebio (309) e le due più note e venerate memorie........

© Avvenire


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