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Roma Felix/6 Le catacombe cristiane: l'umile splendore dei primi testimoni

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16.09.2024

Il Buon Pastore nelle catacombe di Marcellino e Pietro sulla Via Casilina - Agenzia Romano Siciliani

È sfatata ormai da tempo l’idea che le catacombe fossero luoghi di rifugio dei cristiani per sfuggire le persecuzioni imperiali. Come abbiamo visto, i cristiani di Roma si riunivano, fino alla pace costantiniana, in case private, a poco a poco trasformate in aule liturgiche, che divennero con il tempo proprietà della Chiesa e sulle quali sorsero, dal IV secolo in poi, le più antiche chiese e parrocchie di Roma. Durante il periodo apostolico la comunità cristiana di Roma seppelliva i propri morti insieme alle tombe pagane nei cimiteri all’aperto. In seguito con la crescita della comunità – e già a partire dall’inizio del III secolo, quando papa Zefirino (198217) affidò la cura e la manutenzione del cimitero situato tra la via Appia e la via Ardeatina al suo diacono Callisto – la Chiesa di Roma, grazie a facoltosi cittadini romani convertitasi al cristianesimo che misero a disposizione i loro terreni, iniziò a gestire i propri cimiteri. Ne sono stati individuati più di quaranta, di diverse dimensioni, situati lungo le principali vie consolari, fuori le mura di Roma, secondo quanto prescriveva la legge romana riguardo l’ubicazione dei cimiteri. Sono dunque questi cimiteri, che divennero vere e proprie città sotterranee dei morti, le catacombe, termine con il quale all’origine era indicata una località sulla via Appia e che successivamente, per estensione, venne a denominare tutti i cimiteri sotterranei di Roma. Il loro sviluppo abbraccerà un arco di tempo di quasi due secoli e mezzo, dal II fino al V secolo e si calcola che nel sottosuolo romano la lunghezza complessiva della fitta rete di gallerie e cunicoli sepolcrali scavati nel tufo arrivi a 150 chilometri.

Ma qual è il motivo di questa architettura sepolcrale sotterranea? Le ragioni dello sfruttamento verticale delle pareti di tufo risiedono nell’andare incontro all’esigenza di inumare – imitando i sepolcri della........

© Avvenire


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