Editoriale Il diritto alla pace. Papa Francesco e la realpolitik del dialogo
«Non siamo neutrali, ma schierati per la pace. Perciò invochiamo lo ius pacis come diritto di tutti a comporre i conflitti senza violenza». Sono affermazioni di un alfabeto papale che costituiscono ormai la grammatica dell’opera del Papa francescano che, a imitazione di Cristo, Principe della pace, fin dall’inizio ha abbracciato tout court la «pace attiva» con continui gesti, azioni, viaggi, incontri e pronunciamenti. Il suo armamentario contro la guerra, con il suo totale e radicale ripudio, è stato e continua a essere un solido e lungimirante magistero, certamente il più monumentale in questi tempi oscuri.
E se la ricerca della pace è il servizio inscritto nel Dna del ministero petrino, certamente, in tempi oscuri, Francesco ha rimesso in luce dall’oblio delle cancellerie – e non solo – la traiettoria realista di una politica della pace. Una politica, un servizio cioè, che comporta l’impegno quotidiano a conoscere le situazioni, a comprenderle e interpretarle attraverso la pratica del dialogo per la soluzione delle crisi. Uno sforzo percorribile che volge a cancellare l’«abitudine di considerare il ricorso alle armi come parte del normale andamento dei rapporti........
© Avvenire
visit website