Editoriale Il razzismo è venuto prima delle razze
Il razzismo è venuto prima delle razze. L’arbitraria attribuzione di diverso valore alle persone in base a caratteri fisici, nazionali, linguistici e culturali, reali o presunti, non è solo ripugnante fatto culturale, nasce come strumento della politica. Non è la degenerazione della teoria delle razze, l’ha inspirata. La razza è un pretesto per il razzismo.L’umanità ha spesso considerato i popoli sconosciuti come barbari, arretrati, incivili, ma solo fra la fine del diciottesimo e la prima metà del diciannovesimo secolo viene elaborata una tassonomia pseudoscientifica della specie umana che è ripartita in «razze» gerarchicamente ordinate, con quella bianca in cima. Dai caratteri del soma ereditari e comuni a certi gruppi di individui si fanno discendere qualità intellettive e caratteriali. Le idee razziste si traducono in pratiche discriminatorie e persecutorie, emarginazioni, violenze, stermini. Antisemitismo e antigitanismo evolvono in genocidio.
L’idea delle razze umane è destituita di fondamento. Le scienze antropologiche dimostrano in modo inequivocabile che i geni umani si distribuiscono, mutano e si ibridano continuamente e che la combinazione delle nostre componenti genetiche non è graduabile su scale valoriali. Gli esseri umani non sono più o meno intelligenti, più o meno buoni o cattivi per il fatto di essere nati con certi caratteri fisici o culturali. Esiste una sola razza, la razza umana.La contemporaneità è avvelenata da odio razzista. Antisemita, antislamico, antigitano, anticristiano. Suprematista, neonazista, neofascista, omofobo. Ci sono stolti che urlano invettive razziste negli stadi e altri che coltivano sciocchi sentimenti di superiorità verso chi implora aiuto solo perché sono nati in sorte sulla sponda «buona» del mare comune o il lato «giusto» di un confine tracciato da uomini, non dal padreterno.
Ci sono implicazioni più ampie e più gravi. Il razzismo è intimamente legato alle atrocità di massa, è la premessa del processo di disumanizzazione........
© Avvenire
visit website