menu_open
Columnists
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Editoriale In Iran per il dopo Raisi non aspettiamoci grandi cambiamenti

18 0
21.05.2024

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi era un uomo dal passato terribile e sanguinoso, responsabile dell’esecuzione sommaria di centinaia di oppositori, evoluto poi in un grigio burocrate del clero sciita politicizzato, fedele ai voleri della Guida suprema della Repubblica islamica, l’ayatollah Ali Khamenei. Nell’incertezza di un momento così traumatico per l’élite al potere a Teheran vi sono due cose che appaiono evidenti: la prima è che ben pochi nel Paese piangeranno la sua morte improvvisa; la seconda è che non ci si deve aspettare grandi cambiamenti, tanto nella politica interna quanto in quella estera.
Egli è stato il primo presidente della repubblica iraniana a non entrare in rotta di collisione con Khamenei, che tiene le redini del potere reale, sia pure con mano sempre più incerta dato il progressivo deterioramento della sua salute e la crescita continua del ruolo dei Pasdaran, le guardie rivoluzionarie che stanno occupando via via sempre più i gangli vitali del regime. Tutti i suoi predecessori, dal pragmatico Rafsanjani al riformista Khatami, dal populista radicale Ahmadinejad al moderato Rouhani, avevano finito per........

© Avvenire


Get it on Google Play