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Editoriale Difesa europea e retorica militarista. No ai racconti del terrore

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24.02.2024

Ma l’Europa è davvero, come capita di sentire nelle tribune televisive e social, in una situazione simile al 1938, con una nazione – ieri la Germania, oggi la Russia – che punta al dominio del continente? Ed è davvero realistica la minaccia – ripetuta ormai in continuazione – che Mosca possa aggredire la Polonia o i Paesi baltici, tutti membri della Nato? Ebbene, per quanto si capiscano le logiche di mobilitazione che stanno dietro a questi scenari da incubo, la risposta è no. Scomodare la storia, attribuendo all’oggi le situazioni del passato, ha un forte impatto retorico e emotivo, ma regge poco, anzi pochissimo, a una seria valutazione storica delle differenze.

E non già perché Putin non sia un dittatore cinico, spregiudicato e sanguinario. Lo è da sempre: molti politici e analisti europei che oggi lo avversano lo hanno scoperto solo dopo le aggressioni all’Ucraina del 2014 o, ancor peggio, del 2022. Ma bastava osservare le sue guerre in Cecenia di vent’anni fa, le stragi compiute dalle forze armate russe in Siria lo scorso decennio, la sua determinazione........

© Avvenire


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