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Pensieri Via il 2024, avanti il 2025: ecco perché bisogna saper dire “grazie”

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tuesday

Ogni inizio ha una fine, ogni dritto si accompagna a un rovescio, ogni storia nasce da una pagina bianca. Pensiamo che il nuovo cancelli il vecchio ma è solo un’illusione, perché il filo dei giorni li tiene uno incollato all’altro e, se lo tagli, potresti dover riannodare il gomitolo da capo. Sarebbe un bene o un male? Ce lo chiediamo ogni ultimo giorno dell’anno quando, come dentro un film, passiamo in rassegna quel che è stato, alla ricerca del momento più dolce, della gioia più grande, dell’emozione più sconvolgente. Per poi scoprire che, così, a bruciapelo, nessuno o quasi saprebbe indicare il giorno, l’ora, il minuto da salvare per sempre nell’archivio della memoria. Ci sono, naturalmente, i matrimoni, le nascite dei figli, la guarigione di una persona cara, ma il resto è opinabile o aleatorio come l’impronta sulla sabbia in un giorno di vento.

Nel giudizio tutto cambia e si trasforma a seconda dell’unità di misura, dipende se a dominare sono le ragioni del cuore o dell’efficienza. Perché........

© Avvenire


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