Scelte La schiavitù nei campi: e se ce ne sentissimo responsabili quando acquistiamo?
Braccianti nei campi - ANSA
Se non fosse morto a 31 anni perché una macchina che serve ad avvolgere la plastica gli ha staccato un braccio, oggi Satnam Singh sarebbe ancora a lavorare nei campi dell’Agro Pontino. Magari per una delle aziende della famiglia Lovato – quella del signore che lo ha scaricato davanti a “casa” quando era senza un braccio e con la moglie nel panico – magari per qualcun altro: nelle campagne laziali la domanda di braccianti abbonda e il lavoro si trova sempre. Basta avere l’energia e la disperazione che servono a raccogliere ortaggi e frutta per una dozzina di ore al giorno e capire abbastanza l’italiano per obbedire agli ordini che ti arrivano. Occorre lamentarsi poco e farsi bastare 3, 4 o 5 euro all’ora. Niente contratti, né voucher o cose simili: le paghe, ovviamente, sono in nero.
Non fosse morto, Singh sarebbe ancora uno schiavo moderno come gli altri. Uno dei tanti a disposizione delle imprese italiane. Di schiavi come lui, asiatici e africani già esperti del lavoro dei campi, ce ne sono tra i 5mila e gli 8mila solo nella provincia di Latina, dicono le stime. Una quota........
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