menu_open
Columnists
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Cristiani perseguitati In 15 anni 52mila fedeli uccisi, tragedia nascosta in Nigeria

8 1
07.02.2024

I danni provocati da un attentato a una chiesa nei pressi di Abuja - Ansa/Epa

Quand’è che una guerra si può definire guerra? Servono ancora dichiarazioni formali? Due eserciti contrapposti? O è necessario raggiungere un certo numero di morti per far scattare la definizione? Sono anni che la Nigeria, gigante africano da 200 milioni di abitanti, è in guerra con sé stessa. E se a lungo è stato il terrorismo islamista di Boko Haram negli Stati a maggioranza islamica del Nord a richiamare l’attenzione, da qualche tempo è la fascia centrale del Paese, la cosiddetta “Cintura di mezzo”, la zona in cui il sangue scorre più copiosamente. La lotta per le risorse qui si mischia facilmente alle differenze etniche e religiose, in un contesto che vede crescere la competizione tra i mandriani islamici Fulani in arrivo dalle terre di un nord sempre più arido e gli agricoltori cristiani locali, con questi ultimi da tempo nel mirino.

Basta vedere quanto accaduto a Natale, quando per quattro giorni, nello Stato di Plateau, oltre un migliaio di Fulani ha attaccato circa 25 comunità cristiane, tra le zone di Bokkos, Mangu e Barkin Ladu. I morti sono stati quasi 170, tanto che nello Stato ora vige il coprifuoco. «Molti sfollati hanno cercato rifugio nelle chiese, con le organizzazioni religiose che hanno fornito assistenza primaria, data l’assenza di sostegno da parte del governo», sottolinea la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. Jalang Mandong, un sopravvissuto che ha perso dieci parenti nel massacro, ha riferito che gli attacchi avevano lo scopo di «prendere di mira i cristiani» e «disturbare la celebrazione del Natale», tentando anche di «impossessarsi delle terre di queste comunità». Lotta per le risorse e fanatismo religioso, in un mix sempre più complicato ma facilmente replicabile. Tanto che le violenze si sono ripetute, ancora, la scorsa settimana, con oltre 50 vittime nella stessa zona: scuole, luoghi di culti e case date alle fiamme e il dito puntato, ancora una volta, contro i pastori musulmani Fulani.

Originari del nord della Nigeria, sempre più soggetta a siccità........

© Avvenire


Get it on Google Play