Editoriale Abu Mazen e il futuro di Gaza: prima o poi ci si dovrà parlare
«Credo ancora nella pace e nell’azione politica»: le parole di Abu Mazen ieri ad Avvenire sembrano venire da un’altra epoca, un tempo nel quale il dialogo e le relazioni internazionali funzionavano, almeno un po’. Oggi tutto è molto più caotico, violento e imprevedibile. Eppure, queste parole portano con sé una saggezza antica: prima o poi si tornerà a parlare, a confrontarsi su come vivere insieme. È un anziano che parla preparandosi a incontrare papa Francesco e il presidente Mattarella, anche loro avanti negli anni. L’incontro di tre anziani potrà smuovere la coscienza globale e convincere un mondo attanagliato dalle passioni atroci di guerra e contrapposizione? È questa speranza che spinge Abu Mazen a credere anche in Donald Trump. La situazione che abbiamo sotto gli occhi è deprimente: Gaza distrutta e ridotta a un cumulo di macerie, le vittime civili innumerevoli, migliaia di orfani che gridano il loro dolore. Su questo giornale Nicoletta Dentico avverte addirittura che la Striscia è divenuta «un micidiale focolaio di batteri intrattabili» che contagerà tutti, in primis gli israeliani. Non si può credere di essere sani in un........
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