Editoriale Misure di contrasto alla povertà. La risposta della comunità
Le caratteristiche che una misura di contrasto alla povertà ideale dovrebbe avere sono quelle di una sovrapposizione completa tra beneficiari ed effettivamente poveri, un tasso di adozione elevato, una significativa capacità di monitorare le irregolarità, una rapida profilazione dei beneficiari per effettuare la distinzione tra occupabili e non occupabili indirizzando i primi verso la formazione al lavoro e i secondi verso percorsi di assistenza comunque indirizzati a forme di attivazione sociale. Non dobbiamo mai dimenticare che la dignità degli “ultimi” non è ricevere un obolo, ma arricchire il proprio set di opportunità, trovare un ruolo nella società e potersi sentire utili e generativi. Sarebbe questo il miglior servizio nei confronti dei poveri, più di 2 milioni di famiglie per un totale di più di 5 milioni e mezzo di individui in Italia.
Per capire dove andrà il contrasto alla povertà in Italia, e dove sarebbe importante migliorare, è opportuno valutare alla luce di queste caratteristiche ideali la vecchia misura e capire potenzialità e rischi della nuova.
I dati a disposizione da Istat ed Inps elaborati indicano sul primo punto diversi aspetti interessanti. Il Reddito di cittadinanza ha indubitabilmente ridotto la quota di popolazione sotto la soglia di povertà (sarebbe strano fosse stato altrimenti). In particolare, ha consentito l’uscita dalla povertà di circa 450mila nuclei familiari, pari a un milione di persone, riducendo del 10% la quota di popolazione povera. Un dato che colpisce è la quota bassa di aventi........
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