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Quale rieducazione Lo scandalo dei suicidi in carcere: l'inaccettabile contabilità
«Ogni giorno qui dentro è un venerdì di passione. Ci sarà la resurrezione?». La domanda di un detenuto incontrato in questi giorni in carcere è un pugno nello stomaco. Conosciamo bene le condizioni di vita dei nostri penitenziari (e questo giornale se ne fa eco da tempo). Il numero dei suicidi – già ventotto quest’anno, l’ultimo solo due giorni fa nel carcere di Sassari-Bancari – è solo la punta di un gigantesco iceberg che parla di sovraffollamento, violenze, precarietà, scarse occasioni di lavoro e di studio. Per molti, per troppi, l’articolo 27 della Costituzione – in base al quale le pene devono tendere alla rieducazione del condannato – rimane un miraggio. C’è dunque più di un motivo per cedere alla........© Avvenire
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