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Analisi I rivali di Raisi fanno ancora più paura

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20.05.2024

Era molte cose insieme, Ebrahim Raisi. Era il delfino della guida suprema Ali Khamenei, era lo sfegatato allievo dell’ayatollah Khomeini, era il giovane giustiziere che alla guida della famigerata “Commissione della Morte” aveva mandato a morire sulla forca trentamila oppositori politici, era il vicepresidente dell’Assemblea degli Illuminati, il sinedrio degli ottantotto esperti cui spetta la nomina della prossima Guida Suprema. E soprattutto era l’esponente più in vista del claustrofobico cerchio magico del potere. Rispetto all’ottantacinquenne Khamenei e alla esausta gerontocrazia iraniana Raisi era un giovanotto. Sessantatré anni, conservatore, ultrareligioso, impermeabile alla modernità, un pilastro della teocrazia inventata dall’ayatollah Khomeini, Raisi era considerato il delfino della Guida Suprema. Se escludiamo Mojitaba, il secondogenito di Khamenei, rivali veri e propri........

© Avvenire


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