Editoriale Perché il caso X ci interpella tutti
Per mettere nella giusta luce l'ennesima tempesta scatenata da Elon Musk, padrone del social X (l'ex Twitter) e uomo più ricco del mondo, dobbiamo partire da una domanda. Che non riguarda tanto Musk ma ognuno di noi. E non tocca nemmeno il sacrosanto diritto di ognuno di decidere se restare o no iscritto al social X. La vera domanda è: perché siamo sui social? Perché siamo su X, Instagram, Facebook, Threads, Pinterest, Snapchat, BeReal, Mastodon o BlueSky, per fare qualche esempio.
Sappiamo tutti molto bene, e da tempo, che chi urla di più, chi fa il bullo e chi la spara più grossa ottiene più visibilità sui social. E ovviamente Musk lo sa molto bene. Ciò che ogni tanto scordiamo tutti è che i social ci spingono a dividerci in squadre, in bande, in fazioni. Ci spingono a indignarci, a reagire offendendo, a litigare e a non ascoltare più le ragioni degli altri. Ci spingono a una superficialità tossica. E le piattaforme lo fanno perché lo scontro fa "spettacolo" e le risse generano commenti, like e condivisioni. Ma soprattutto generano attenzione. E l'attenzione (il tempo speso da ognuno di noi in Rete) nel digitale vale oro. Ma noi, noi utenti dei social, dobbiamo avere altre priorità. Per questo è fondamentale tornare a interrogarci sulle ragioni che ci spingono ad abitare i social e sullo stile........
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