L'escalation Il paradosso mediorientale: la grande guerra che nessuno vuole
C’è chi alza la tensione per incassare qualche dividendo politico. Recep Tayyep Erdogan, per esempio, che evoca il Nagorno Karabakh e la Libia per dire che si potrebbe fare altrettanto con Israele. Va sul pesante anche Benny Gantz. Uscito dal gabinetto di guerra di Israele in polemica con Netanyahu, ora invita a «fare a brandelli il Libano». Sono le inevitabili ricadute dell’ultima strage, quella dei dodici ragazzi che giocavano a pallone in un campetto sul Golan, colpiti (forse senza volere, ma conta poco) da un razzo di Hezbollah.
Per fortuna sono più numerose le voci che chiedono moderazione. Il Governo italiano, anche attraverso il comando della missione Unifil, da dove si ricorda che negli ultimi dieci mesi sono morte in Libano 500 persone. Il Governo britannico dell’appena insediato Keir Starmer, di certo non “antisemita”, che ha preso decisioni importanti (ritirato il ricorso britannico contro il mandato d’arresto per Netanyahu della Corte dell’Aja) e altre potrebbe prenderne (blocco alla vendita di armi a Israele). Il governo del Libano.
L’amministrazione Biden, preoccupata per una possibile guerra........
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