Il conflitto Aprire un nuovo fronte in Libano, la tentazione di Netanyahu
Dal 7 ottobre scorso, cioè da quando i terroristi di Hamas compirono la strage di civili in Israele, provocando la reazione dello Stato ebraico, aleggia su tutta la regione lo spettro di una guerra più ampia. Così ampia da coinvolgere non solo attori e potenze regionali ma anche Paesi come gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito. Fin da quel giorno, infatti, la partita è stata doppia: militare e politica. Il primo aspetto: reagendo all’attacco di Hamas nel modo che abbiamo finora visto, in quasi nove mesi Israele non solo ha provocato quasi quarantamila vittime tra i civili palestinesi, nella Striscia e in Cisgiordania, ma in buona sostanza ha anche mancato l’obiettivo militare che si era data: annichilire la forza armata del movimento islamista e sradicarla da Gaza. Nello stesso tempo l’Iran, principale sponsor di Hamas, ha continuato a colpire Israele e i suoi alleati attraverso gli Houthi dello Yemen, che tengono in ostaggio il traffico navale nel Mar Rosso, e l’Hezbollah del Libano, che bersaglia senza sosta la Galilea israeliana. Come intermezzo, gli attacchi dimostrativi che Iran e Israele si sono reciprocamente........
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