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Neolingua Esistono “due mamme”? Si manipolano le parole, e la realtà scompare

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09.03.2024

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Litigare con la realtà non è mai una buona idea. Perché la realtà ha la tendenza a impuntarsi e a restare così come deve essere, a prescindere da come vorremmo farla diventare. E rimane indifferente ai marchingegni teorici e semantici con i quali cerchiamo di costringerla negli schemi che abbiamo costruito.

Non c’è stratagemma che basti: potremo cambiare l’apparenza, ma la sostanza della realtà è sempre lì, ad aspettare pazientemente (non sempre, per la verità) che ci accorgiamo della sua esistenza inoppugnabile. In tempi di narrazione pubblica esplosa in mille diversi punti di vista, i fatti “così come sono” sembrano diventati un fattore trascurabile. Nel grande suk dei media digitali c’è chi grida, chi blandisce, chi tenta il gioco delle tre carte, chi svende la merce in offerta speciale. Al mercato delle idee, delle notizie e della politica conta sempre più saper offrire una versione della realtà verosimile, capace di incontrare a metà strada pregiudizi, convinzioni scarsamente argomentate e mezze verità preesistenti.

Strumento principe di questa impresa di alterazione psicologica e culturale è il linguaggio: è già noto che il primo requisito di una efficiente ricostruzione premeditata della realtà, con l’obiettivo di farla sparire, è cambiare il significato delle parole adottate per descriverla. Una notizia, una legge, una teoria dopo l’altra, delle parole resta il guscio, apparentemente sempre uguale, ma........

© Avvenire


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