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Pnrr Il “primato” italiano e i buchi neri: cosa serve perché il piano funzioni davvero

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22.02.2024

Ue - Ansa

Ha un grosso merito il rapporto di valutazione intermedia della Commissione Europea sul Next Generation Eu: aver riacceso i riflettori sul mega-piano voluto e nato dagli Stati membri nel 2021, dopo la pandemia, ed alimentato, per la prima volta nella storia dell’Unione, da debito messo in comune fra le nazioni. Del Pnrr si erano un po’ perse le tracce (al di là delle polemiche politiche su un ultimo decreto, il quarto, annunciato dal governo Meloni e per ora bloccato dal confronto interno). E questo non è un bene, perché il Piano di ripresa e resilienza rimane, specie per noi italiani, la priorità delle priorità. Perché da una sua attuazione piena ed efficiente dipende la credibilità del nostro Paese in campo europeo, tanto più che del mega-progetto da 800 miliardi siamo i principali beneficiari con quasi 195 miliardi (101,9 dei quali già incassati); e anche perché, se ben impiegato, il Pnrr può avere un’efficacia nel livellare le disuguaglianze territoriali esistenti nel Paese anche maggiore rispetto al progetto governativo sull’autonomia........

© Avvenire


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