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Editoriale Sfiducie bocciate, il Parlamento rispetti se stesso

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05.04.2024

Sono state dunque entrambe respinte, le mozioni di sfiducia nei confronti dei ministri Matteo Salvini e Daniela Santanchè. Due votazioni che, come ampiamente previsto, non sono state in grado di mettere in forse gli incarichi dei due esponenti del governo né di scalfire la compattezza della maggioranza parlamentare. Anzi, in entrambi i casi si sono registrati alcuni “distinguo” tra le variegate schiere delle opposizioni e nessuno nel centrodestra. È più che legittimo, perciò, che il cittadino mediamente informato (come per altro fanno anche autorevoli giuristi) si domandi se questo tipo di iniziativa parlamentare abbia ancora, o abbia mai avuto, un senso.


Per cercare di rispondere occorre fare un breve riassunto che ci porta indietro di 40 anni: fu nel 1984 che la Giunta per il regolamento del Senato ammise la prassi della mozione di sfiducia individuale. Questa infatti non è esplicitata in Costituzione, il cui articolo 94 prevede soltanto la mozione........

© Avvenire


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