Editoriale A Parigi la politica si avvita, Notre-Dame rinasce
Tutti per uno, uno per tutti. Chi non conosce il motto dei tre moschettieri usciti dalla fervida penna di Alexandre Dumas? Parole ripetute da grandi e piccini – anche nella variante infedele, a strofe invertite – come sinonimo d’unione incrollabile. La stessa solidarietà che, nel popolarissimo romanzo ottocentesco francese, era al servizio del re, contro i temibili intrighi clericali.
In proposito, come tante altre, la celeberrima opera rima con un vecchio assioma della cultura politica transalpina: un potere centrale “illuminato” garantisce l’unione nazionale, laddove le religioni, meno razionali e affidabili, possono dividere.
Su questo vecchio sospetto verso le religioni, del resto, ha messo radici la laïcité istituzionale, difesa ancor oggi anche citando eventi storici per nulla recenti: soprattutto, il trauma cinquecentesco delle Guerre di religione fra cattolici e protestanti.
Ma nella Francia di queste ultime settimane, scossa da un’instabilità politica mai vista prima sotto la Quinta Repubblica, persino quell’assioma giudicato da alcuni inossidabile potrebbe sciogliersi come burro al sole. I francesi assistono alla rissa accanita fra i tre poli usciti dalle ultime legislative d’inizio luglio: lo zoccolo duro centrale dei fedeli al........
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