Dopo le Olimpiadi La Francia in cerca di soluzioni: lezioni di sport per la politica
Non aveva più voglia di guardarsi allo specchio. Come una maratoneta o un’amazzone caduta in una pozzanghera melmosa in piena competizione. All’incirca questo era la Francia alla vigilia di Parigi 2024: un Paese divenuto rissoso e ingovernabile, benché retto da istituzioni teoricamente concepite per una governabilità esemplare. Come se non bastasse, la cerimonia olimpica d’apertura, il 26 luglio, era finita in un guazzabuglio d’imprevisti e sbandate: l’ondata di paura suscitata dai gravi sabotaggi ferroviari capaci di paralizzare la rete di trasporti più strategica, in un Paese così legato ai binari; i capi di Stato stranieri lasciati sotto la pioggia battente, proprio mentre veniva ordinato a decine di ballerini, acrobati e figuranti di non esporsi sui tetti parigini, dopo i primi artisti rimasti feriti, come nella troupe del Moulin Rouge; l’indignazione suscitata a livello internazionale dagli spezzoni più........
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