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I giovani impegnati nei centri estivi Il fai da te non basta, aiutiamoli a crescere

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12.08.2024

L’estate, per bambini e ragazzi, è sempre più il tempo dei centri estivi. Una soluzione che le famiglie apprezzano nonostante i costi non sempre favorevoli, soprattutto per chi ha più di un figlio, perché rappresentano un’occasione di gioco e anche di apprendimento. A maggior ragione considerando che le vacanze estive, nel calendario scolastico italiano, sono fra le più lunghe d’Europa: tre mesi, se non di più, come quest’anno in Emilia-Romagna. I miei due nipotini, di sei e dieci anni, ne sono da sempre assidui frequentatori. Quest’anno ho osservato una fortissima presenza, fra gli animatori, di ragazzi e ragazze davvero giovani, fra i quindici e i diciassette anni, che affrontano questa esperienza di volontariato, o in alcuni casi lavorativa, con interesse ed entusiasmo.

Fa piacere vedere adolescenti, che troppo spesso l’opinione pubblica immagina semplicemente davanti a un videogioco o in balìa dei social, dedicarsi per otto ore consecutive a far giocare bambini e ragazzini appena più piccoli di loro. Mi ricorda i momenti migliori degli anni Settanta e Ottanta quando, all’apice del boom demografico, era tutto un proliferare di colonie, campeggi estivi e quant’altro a favore dei più piccoli. Anch’io a quell’età, con altri ragazzi e ragazze della mia parrocchia, avevo contribuito a........

© Avvenire


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