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Migranti Chi c'era e chi no alla sepoltura delle 21 vittime del naufragio in Calabria

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09.08.2024

Non c’era nessuno ad accompagnare nella sepoltura le 21 vittime senza nome del naufragio del 17 giugno al largo delle coste calabresi. Anzi c’erano i “soliti”, i soliti che salvano, soccorrono, accolgono, accompagnano, consolano. Lo fanno sempre, ci sono sempre, questa volta anche nel tristissimo e drammatico tentativo di riconoscere le salme. Appena 15 sulle 36 recuperate. Sono le donne e gli uomini delle Caritas e degli uffici Migrantes delle diocesi di Reggio Calabria-Bova e Locri-Gerace, del Coordinamento diocesano sbarchi di Reggio, della Croce Rossa, della Protezione civile, delle Forze dell’ordine, in particolare la Guardia costiera, della Prefettura. Volontari, Chiesa, Istituzioni.

Loro c’erano come ci sono sempre. Questa volta a piangere e pregare con l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, don Fortunato Morrone, e il responsabile del centro culturale islamico di Reggio Calabria, Hassan El Mazi. Davanti a quelle bare, una più piccola e bianca, un’altra più grande per ospitare una mamma col suo piccolo ancora non nato, morto senza........

© Avvenire


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