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Editoriale L'adeguata protezione per le donne non è utopia

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17.01.2024

La violenza maschile contro le donne non è mai un fatto privato. Nemmeno quando si consuma all’interno di una singola abitazione: rispecchia un vulnus, una ferita che ha le sue origini in retaggi culturali residuali in alcuni Paesi ed endemici invece in altri, ma che in ogni caso fanno della vittima o sopravvissuta un soggetto che ha diritto ad adeguata protezione da parte dell’intera comunità.

La sentenza con la quale la Corte di Giustizia Europea, emanazione della Ue con sede in Lussemburgo, ha stabilito questo principio è un passo avanti nella consapevolezza dell’odioso fenomeno della violenza di genere. Il caso è quello di Jina (nome di fantasia), cittadina turca di origine curda costretta dalla sua famiglia a sposarsi con un uomo non scelto da lei, picchiata e minacciata dal marito a tal punto da dover fuggire all’estero.

Riparata in Bulgaria e temendo per la propria vita in caso avesse dovuto far ritorno in patria, Jina ha chiesto di godere di protezione internazionale. Il giudice bulgaro nell’aprile scorso........

© Avvenire


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