Mezzogiorno Napoli “milionaria” col turismo. Ma al Sud il Rinascimento è lontano
In piazza del Municipio a Napoli i turisti in fila al terminal del bus Citysightseeing attendono il loro turno per la visita - Ansa
I turisti Napoli non sa più dove metterli. Alberghi pieni, l’inarrestabile esplosione di B&B e di case-affitto allestite al momento, camere, ostelli, parcheggi attrezzati per sacchi a pelo: il turismo, ormai, non è più una “voce”, ma piuttosto un grido che annuncia e canta, una volta tanto, vittoria. Il “tutto esaurito” è un cartello affisso in tutti gli angoli di una città che sembra aver trovato il tesoro nascosto sulla via di un riscatto prossimo venturo. Dal ponte dell’Immacolata a Natale, nei Quartieri del decumano, il centro storico più esteso d’Europa, anche i pedoni dovranno rispettare il doppio senso di marcia. Un fiume in piena di visitatori provenienti da mezzo mondo, che nella strada dei presepi, a San Gregorio Armeno, si incroceranno anche con una popolazione locale non disposta a cedere il passo, almeno nelle feste, di fronte alla sfilata dell’arte antica dei presepi e degli addobbi natalizi.
Quasi un mezzo prodigio: Napoli scoperta da un turismo e quasi all’improvviso, come se il tempo avesse tenuto nascoste le sue tante risorse: le strepitose bellezze naturali e, a seguire, uno spettacolare patrimonio d’arte disseminato tra musei, gallerie, edifici storici, nonché di culto, perché è difficile non considerare le chiese di Napoli, come un capitolo a sé nelle grandi risorse della città. Parente stretta, sulla via del sacro, è poi la Cappella del Sanseverino, con la scultura del Cristo velato, l’imperdibile monumento scoperto sull’onda del passaparola degli innumerevoli oh! oh! di meraviglia. Napoli, finalmente, milionaria, e il turismo carta, finalmente vincente?
Più che altrove, a Napoli anche la realtà va maneggiata con cura. Qui il paradosso è sempre dietro l’angolo, e può prendere di mira anche un aspetto all’apparenza inattaccabile come, appunto, quello del turismo che bacia in fronte la città. Due elementi aprono il fronte degli interrogativi: i dati dell’annuale Rapporto Svimez sul Mezzogiorno, una puntuale radiografia sullo stato di salute di una parte importante del Paese, e la classifica, pure questa annuale, dell’indice di vivibilità delle città italiane. Subito il responso su Napoli, numero 105 in classifica. Solo a Foggia e a Caltanissetta si vive peggio.
I suoi paradossi........© Avvenire
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