Foibe Condivisa, ma solo sulla carta. Perché è così difficile fare memoria
L’istituzione da parte del governo del Museo del Ricordo, in vista della Giornata che si celebra domani per fare memoria delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, è un’occasione per completare una memoria condivisa degli orrori del secolo scorso che l’Italia si è lasciata alle spalle con la Costituzione che ripudia la guerra. Senonché l’esultanza unilaterale che la ha contrassegnata sembra riproporre lo schema ormai consolidato invece di una memoria divisa, “a foglia di carciofo”, in cui ognuno si cura la parte, e nemmeno tutta, ritenuta più funzionale alla propria propaganda di parte - la Resistenza e la Shoah di là, le foibe e l’esodo di qua - e a denunciare le colpe altrui. In questo caso le colpe altrui sono note e consistono nel doppio registro seguito dalla parte comunista del movimento partigiano, prima di accettare, con tenaci resistenze, il patto costituzionale. I casi più noti sono il cosiddetto Triangolo della morte, che insanguinò l’Emilia ben oltre la fine della guerra, e l’eccidio delle malghe di Porzûs, in cui furono trucidati 17 partigiani della Brigata Osoppo ad opera della Brigata Garibaldi. Segno eclatante, quest’ultimo, della........
© Avvenire
visit website