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L'analisi Kamala Harris si colloca al centro. Il suo discorso anche "al femminile"

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23.08.2024

Per la gente. Per essere presidente di tutti. Così Kamala Harris ha accettato ufficialmente la candidatura con un discorso durato la metà di quello pronunciato da Donald Trump a Milwaukee in luglio. Dal palco della convention di Chicago, l’ex procuratrice generale della California ha rivendicato il suo essere dalla parte del popolo, come ha agito nell’ambito della giustizia in nome del popolo americano.

Non un eloquio trascinante o una retorica ammaliante alla Obama, ma un discorso – lo si dice senza nessuna connotazione sessista – con marcati accenti femminili. È la seconda donna che arriva alla sfida finale per la Casa Bianca e Harris ha intessuto la sua presentazione ufficiale al Paese di ricordi familiari, di richiami al buon senso e all’inclusione, di un’etica della vicinanza e della cura che non entrano spesso nell’oratoria politica e che sono anni luce lontani dai proclami e dai toni usati dal suo rivale repubblicano.

«Quando ero al liceo, ho iniziato a notare qualcosa nella mia migliore amica Wanda – ha raccontato -. Era triste a scuola. E c'erano momenti in cui non voleva tornare a casa. Così, un giorno, le ho chiesto se andasse tutto bene. E mi ha confidato che stava subendo abusi sessuali da parte del suo patrigno. E le ho detto subito che doveva venire a stare con noi. E lo ha fatto». Fu anche questa una delle motivazioni che convinse l’attuale........

© Avvenire


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