Il futuro dell'Ue Le domande più urgenti dopo lo sblocco degli aiuti a Kiev
La casa brucia e dentro si litiga per i soldi. Rappresentata così, l’Europa politica non offre la sua migliore narrazione ai cittadini che guardano alle prossime elezioni per il Parlamento di Strasburgo. Ma se il fuoco è reale, sia per la protesta di piazza a Bruxelles degli agricoltori contrari al piano verde dell’Unione sia per i bombardamenti in Ucraina, l’esito del vertice straordinario dei capi di Stato e di governo va raccontato in modo più positivo. È bastata una mattina – preceduta invero da un’intensa negoziazione - per sbloccare il pacchetto di aiuti da 50 miliardi destinato a Kiev in quattro anni, finora fermato dal veto ungherese. Il premier Viktor Orbán ottiene qualcosa in cambio, certo, ma il messaggio principale che arriva dalla Ue è che la sua affidabilità e la sua credibilità non sono perse di fronte alla crisi bellica e umanitaria più grave della storia recente, che si sta consumando da ormai due anni nel cuore del Continente. Era necessario dare un segnale e, soprattutto, mettere in movimento la prima tranche di finanziamenti, annunciata per ora all’inizio di marzo. Il contesto in cui si colloca il braccio di ferro finalmente risolto è quello di un Paese, l’Ucraina, dissanguato dal........
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