I contraccolpi del virus americano La fragilità di una nazione
Non è sbagliato chiedersi se la violenza sia nelle “vene d’America”, come molti suoi scrittori – e il suo cinema – hanno raccontato, creando un immaginario in cui la sparatoria al comizio di un candidato per la Casa Bianca sconvolge ma non sorprende. Il recente e discusso film “Civil War”, centrato proprio su uno scontro intestino ai nostri giorni tra stati fedeli al presidente e Stati decisi a perseguire una secessione, è stato non troppo lontanamente ispirato dalla contesa tra le due anime di un Paese che sabato pomeriggio ha fatto un altro passo verso la frattura politica non ricomponibile.
L’attentato a Donald Trump – i cui contorni non sono ancora chiari, aggravati dall’apparente inefficienza del Servizio segreto che doveva proteggerlo – orienterà la campagna elettorale, ma dà anche la misura della attuale fragilità di una nazione, malgrado la sua fin qui solida democrazia, e di un ordine internazionale che da essa in buona parte dipende. Conviene qui tralasciare tutte le ipotesi complottistiche che stanno fiorendo e continueranno per anni ad aleggiare intorno ai fatti del 13 luglio a Butler, Pennsylvania. E stare soltanto agli elementi e alle tendenze che verosimilmente origineranno dal proiettile che ha........
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