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Editoriale Dal vertice Nato un mondo spaccato

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13.07.2024

Nell’escalation verbale di queste ore tra la Nato e la Cina, il ministro degli Esteri di Pechino ha usato una frase rivelatrice della dinamica in corso e, forse, anche delle difficoltà che ci aspettano nei prossimi anni. «Le diversità di sistema politico e di valori non dovrebbero diventare un motivo per incitare a una sfida» con il suo Paese, ha detto Wang Yi. In precedenza, i leader dei 32 Paesi dell’Alleanza atlantica avevano messo per la prima volta Xi Jinping e il suo apparato militar-industriale direttamente sotto accusa per il sostengo decisivo alla Russia nella guerra d’invasione in Ucraina. Il gigante asiatico è sospettato di trasferire a Mosca tecnologia per droni e missili nonché immagini satellitari. Si stima inoltre che il 70% delle macchine utensili e il 90% della microelettronica che la Russia importa, aggirando le sanzioni, provengano dall’alleato che continua a dichiararsi una «forza impegnata per la pace e la stabilità». La Nato che ha tenuto a Washington il summit operativo e celebrativo dei suoi 75 anni non guarda alla Cina come primo competitore ma deve fare i conti con la riluttanza (se non l’aperta indisponibilità) del cosiddetto Sud Globale a riallinearsi sulle posizioni occidentali, anche quando sembrerebbe giusto oltre che interesse di tutti difendere il diritto........

© Avvenire


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