Analisi Un attacco senza precedenti. E il rischio di escalation che ora va scongiurato
Un attacco senza precedenti dal territorio iraniano contro Israele e nello stesso tempo un’operazione annunciata perché potesse venire almeno in gran parte contrastata. La rappresaglia di Teheran per l’uccisione nel proprio consolato a Damaso del generale Mohammad Reza Zahedi, con un missile di Tel Aviv, segna in ogni caso una svolta nel conflitto mediorientale e apre scenari di una peggiore escalation.
Dal punto di vista militare, i droni, i missili da crociera e balistici impiegati nell’operazione sono armamenti che il sistema di difesa “Iron Dome” israeliano in combinazione con le forze aeree di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna può contrastare abbastanza agevolmente, come si è visto nella notte tra sabato e domenica. Tuttavia, non è chiaro di quale potenza di fuoco potrebbe disporre l’Iran se volesse puntare a creare danni maggiori sul territorio nemico.
Parlare di operazione “simbolica” è comunque improprio. Dal punto di vista politico, perché significa minimizzare un atto di guerra massiccio contro Israele, che avrebbe potuto provocare migliaia di vittime quando non fosse stato intercettato efficacemente. Se una persona indossa un giubbotto antiproiettile, spararle addosso non diminuisce la gravità del gesto né attenua le responsabilità penali.
Dal........© Avvenire
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