Analisi Destinati a donare gli organi, se “inutili” e senza figli: distopia del futuro
Al voto in Svezia: alcune scelte controverse possono passare anche dalle urne - Reuters
Come ci si è arrivati non è del tutto chiarito. Un percorso soft e condiviso dall’esito agghiacciante: la separazione tra gli “utili” e i “dispensabili”, con un rigido sistema di impiego strumentale dei secondi a favore dei primi. La deriva di una società che vuole occuparsi dei suoi cittadini dalla culla alla tomba, a volte privandoli dell’iniziativa, e finendo con l’assumere un atteggiamento paternalistico in cui tutto è pianificato e obbligatorio per l’obiettivo della felicità generale. Il welfare scandinavo è stato un modello, ma ha pure suscitato fantasmi che la letteratura ha spesso infilzato con rara efficacia, dando così voce a temi condivisi della contemporaneità anche fuori dai confini angusti del Nord Europa.
Viene in mente L’uomo che voleva essere colpevole, (1973) capolavoro del danese Henrik Stangerup: in un sistema che nega la responsabilità individuale perché tutte le scelte sono dovute ai processi di socializzazione, è inutile punire gli autori di reati, serve piuttosto curarli e rieducarli con metodo scientifico. Si colloca in questa linea, l’inquietante e commovente romanzo di Ninni Holmqvist, L’Unità, pubblicato in Svezia........
© Avvenire
visit website