La Giornata contro la tratta Le catene invisibili dei moderni schiavi
«Nessuno è nato schiavo, tutti siamo al mondo per essere fratelli», affermava Nelson Mandela. Celebrando la memoria liturgica di santa Bakhita, patrona delle vittime della tratta, testimoniamo che esistono catene, apparentemente invisibili, e ad essere incatenate sono le nostre figlie, sorelle e madri scaraventate sulle strade d’Italia. Vengono stuprate in cambio di soldi, che tra l’altro non andranno mai nelle loro tasche bensì in quelle del racket della tratta e della prostituzione (terzo business illegale al mondo).
Dopo il lungo tempo pandemico in cui il fenomeno si era ridotto, il mercimonio coatto è riesploso, con forza sconvolgente. Sembra cambiata, però, la percezione, improntata a una certa tolleranza, a una maggiore indifferenza e soprattutto all’assenza di uno Stato che faccia sentire la propria volontà nel colpire questo ignobile crimine. Quando parliamo di prostitute stiamo infliggendo un marchio a persone come noi: sono le nostre figlie cadute nella trappola dei trafficanti. «Nessuna donna nasce prostituita ma c’è sempre qualcuno che ce la fa diventare», ripeteva incessantemente il servo di Dio don Oreste Benzi, pioniere della lotta contro i moderni schiavisti. Appena iniziò a parlarne fu bersaglio di derisione e vennero bollate come esagerate le denunce pubbliche rivolte ai trafficanti di esseri umani, ma anche a coloro che sono di fatto la causa di questo ignobile mercato: i clienti.
Il Papa........
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