Ordine Carceri, nonviolenza e rifugiati: quale sicurezza da garantire
C’è bisogno di sicurezza. Impossibile negarlo, tra spaventose minacce di guerra e inedite inquietudini come quelle suscitate dall’intelligenza artificiale. Il disegno di legge sicurezza, appena approvato dalla Camera, risponde a questo bisogno? Promette ordine, ma crescono le proteste contro un provvedimento da molti definito liberticida. Non si tratta infatti – come spiegano Antigone e Asgi, due importanti associazioni in difesa dei diritti umani – di un’ennesima espressione di panpenalismo (creazione di nuovi reati, accrescimento delle pene, introduzione di aggravanti ecc.) ma di un salto di qualità nelle forme e tecniche di controllo sociale.
A giudicare da questo disegno di legge sembrerebbe che grandi pericoli vengano oggi dalla resistenza passiva o dalla protesta non violenta. Mentre la violenza, in tante forme diverse, è al centro della comunicazione, corpi volutamente disarmati trasmettono principi, valori, idee con una forza straordinaria, specie se si uniscono ad altri ugualmente disarmati. Ora si cerca di fermarli. Se, prima, i giovani che si mobilitavano contro il dramma di una guerra sdraiandosi per strada e bloccando il traffico, incorrevano solo in un illecito amministrativo, dopo la definitiva approvazione di questo ddl commetteranno un reato penale da punire con il carcere fino a un mese. Che però si estende a due anni se a farlo sono in più d’uno.........
© Avvenire
visit website