menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Ragazzi che ammazzano ragazzi. Che fare?

14 10
29.06.2024
Il parco Baden Powell di Pescara dove è stato ucciso Christopher Thomas Luciani, il 17enne di Rosciano ucciso con 25 coltellate (Ansa)

Chi non è rimasto colpito e scosso dall’omicidio di Pescara? Dalla morte del giovane Christopher Thomas Luciani avvenuta in un parco, il 17 giungo scorso, colpito da 25 coltellate da due suoi coetanei di 16 anni. Le cronache ci raccontano che i tre erano amici, non rivali di bande contrapposte, non appartenenti a gang giovanili che si dovevano contendere il territorio. Ricorda molto la “banalità del male” questo omicidio. Il motivo che ha scatenato l’efferata violenza erano circa 200 euro di debito che l’uno aveva con l’altro.

Hai visto che Tempi? È ora di abbonarsi!

Senza volersi soffermare sui macabri particolari, colpisce sicuramente il comportamento dell’assassino, o degli assassini che, commesso l’omicidio, sono andati in spiaggia, si sono immortalati in un selfie ed uno dei due si è fatto ritrarre sotto una palma, con lo sguardo fermo, il pugno sul petto e l’espressione fiera. Questo è quel che ci raccontano, per ora, le cronache dei giornali.

Il Gip, confermando le misure cautelari ha scritto che «l’unico vero intento è stato quello di cagionare sofferenza e morte». Un giudizio drammatico, credo non privo di elementi di verità, ma che non può esaurire il giudizio e il compito che un fatto così chiede a noi adulti. Innanzitutto, ci impone di non rimanere spettatori voyeuristi ma di rimetterci in gioco sulla domanda apicale: cosa abbiamo sbagliato? Che cosa non ci permette di capire la posizione borderline di questi tre ragazzi, come di tanti nostri figli?

Deriva nichilista

Se non vogliamo arrenderci allo svilimento a cui può arrivare il senso stesso della vita umana, ci è dato in primo luogo il compito di non dimenticare, di non fermarsi al contraccolpo emotivo, che tra qualche giorno sarà passato e di per sé non scalfirà se non la superficie delle nostre esistenze. Poi verrà messo via, in un angolo della mente, affinché non disturbi troppo le nostre coscienze. Questo fatto deve, invece, costringerci ad approfondire, con il cuore e con la mente, riluttanti come siamo perché questo sappiamo che un po’ ci giudica, quell’immenso disagio giovanile, che sotto diverse forme, possiamo toccare con mano quotidianamente.

Quanti dei nostri figli sono anch’essi vittime (e talvolta carnefici) di questa deriva nichilista, vuota di speranza e di prospettiva, priva del minimo ancoraggio ad un senso del vero che possa offrire loro un argine, una riva cui approdare? Non nascondiamoci: tocca anche noi e le nostre famiglie, non siamo estranei a questa deriva, non siamo al sicuro! Anche i nostri figli spesso ci appaiono indifesi, incapaci di affrontare le difficoltà della vita senza rifugiarsi in scorciatoie che distruggono non solo la vita........

© Tempi


Get it on Google Play