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“Obsoleto e volgare”, ora Harry Potter fa paura anche in università

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18.12.2025

Prima di pensare che l’ideologia woke abbia smesso di infestare la cultura e i luoghi del sapere, meglio farsi un giro nelle università britanniche. Lì la corrente di pensiero progressista che negli ultimi anni ha plasmato il discorso pubblico decidendo surrettiziamente di cosa si può parlare o meno, e cosa è offensivo o no, in nome della tutela delle minoranze, continua a colpire e diffondersi più di un’influenza stagionale. Uno dei grandi classici del revisionismo soft tipicamente woke è quello di inserire all’inizio di libri o film del passato che trattano temi “sensibili” i cosiddetti trigger warning: si tratta di avvisi a lettori e spettatori che una certa opera tratta in modo “sbagliato” argomenti come la razza o il sesso, oppure contiene espressioni che possono turbare le fragili e traumatizzabili nuove generazioni.

Harry Potter e gli altri offensivi libri per bambini

Il settimanale conservatore britannico Spectator ci informa che il mese scorso all’Università dell’Essex sono comparsi trigger warning che mettevano in guardia gli studenti di Letteratura da “violenza, schiavitù, razzismo e suicidio” in Amleto, Arancia Meccanica e 1984. «Ora la peste si è diffusa anche a Glasgow», scrive l’accademica e scrittrice Joanna Williams. «Gli studenti di questa antica università sono stati avvisati che Harry Potter e la Pietra Filosofale, il primo libro della serie di J.K. Rowling sul giovane mago, contiene “atteggiamenti, insulti e linguaggio obsoleti”». Ma sono stati segnalati come potenzialmente offensivi anche Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, I Cercatori di Tesori di Edith........

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