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Furet e l’utopia (religiosa) del comunismo

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20.10.2024

L’uomo vive di miti e illusioni. Queste servono per addolcire la propria esistenza, ma anche per fornire un senso che altrimenti, con la morte di Dio, non si potrebbe ritrovare. Il comunismo ne è un plastico esempio: una religione secolare, dogma immanente adottato dagli orfani di Dio senza Dio. In uno dei più significativi volumi dedicati a questa ideologia totalizzante, L’oppio degli intellettuali (1955), Raymond Aron ha cercato di capire e spiegare la natura di questo fenomeno para-religioso. Perché esso ha conquistato tante menti e tanti cuori nel corso della storia? Perché, in fondo, ha fornito per l’appunto un senso alla storia e ai seguaci di un tale credo.

Il profetismo marxista, notava Aron, è tipicamente conforme allo schema giudaico-cristiano. L’esistente viene condannato e si propone un’alternativa armoniosa posta in un imprecisato radioso futuro. La missione redentrice è affidata alla classe che più di tutte ingloba in sé la miseria di questo mondo, il proletariato. Solo che essa non è in grado di svolgerla da sé, ma necessita di una guida intellettuale: ecco che il Partito diventa la Chiesa della dottrina comunista. Una dottrina imbevuta di un’irresistibile forza progressista. Come scriveva il pensatore francese, il comunismo non ha infatti sedotto in quanto eresia cristiana, ma poiché «è apparsa come........

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