Macron ha fatto bene a prendere di petto l'emergenza lepenista
La mossa di Macron rispecchia una missione ambiziosa, che richiede coraggio e determinazione. Obiettivo: conquistare una solida maggioranza alle prossime elezioni o logorare allo sfinimento il fronte estremista
Altro che dimezzato, l’Emmanuel Macron che arriverà al G7 di Borgo Egnazia è un presidente battagliero e nella pienezza dei suoi poteri: battagliero perché, come ha ribadito nella conferenza stampa tenuta ieri alle 11, ha scelto di non fingere di non vedere che oltre il 50 per cento dei francesi ha votato per i partiti estremisti radicali di destra e di sinistra, e invece ha deciso di chiedere ai francesi se davvero vogliono consegnare il paese alle forze populiste e antisistema; nella pienezza dei suoi poteri, perché la Costituzione della V Repubblica assegna al presidente il riservato dominio della politica estera e di difesa della Francia. Per intenderci, l’Emmanuel Macron il cui partito è stato sonoramente sconfitto alle recenti elezioni europee ha molta più autonomia e capacità decisionale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che seppure le elezioni le ha vinte, ha comunque nella sua coalizione di governo Matteo Salvini, sempre così attento agli interessi russi. E, indovinate un po’, i temi della politica estera e di sicurezza saranno quelli centrali in discussione al G7, oltre alla riflessione sull’intelligenza artificiale, a parlare della quale è stato invitato da Giorgia Meloni l’anziano pontefice argentino.
Già, perché il cosiddetto sistema semipresidenziale d’Oltralpe è in effetti un sistema iperpresidenziale, che conferisce all’inquilino dell’Eliseo prerogative e poteri al cui confronto quelli del presidente........
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