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Il nuovo megaimpianto di chip a Catania è un successo europeo

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31.05.2024

La Commissione europea sblocca due miliardi di aiuti di stato per la STMicrolectronics: la joint venture italo francese investirà cinque miliardi in Sicilia. Cosa significa per la sicurezza degli approvvigionamenti europei e perché il progetto stempera le tensioni tra Roma e Parigi

Il Made in Italy a trazione europea. A Catania sarà realizzato il primo impianto integrato di produzione di chip per dispositivi elettrici in carburo di silicio, componenti necessari e strategici per l’industria automotive e la transizione energetica. A gestire l’investimento è la STMicrolectronics, il maggiore produttore europeo di semiconduttori il cui controllo è nelle mani di una joint venture paritetica tra lo stato italiano e quello francese. Su cinque miliardi complessivi, due sono aiuti di stato italiani che la Commissione europea ha autorizzato oggi nell’ambito del Chip Act presentato due anni fa.

Per l’occasione sono volati a Catania la vicepresidente Ue Margrethe Vestager e l’amministratore delegato dell’azienda, Jean-Marc Chery. Ad accoglierli c’era il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Questo investimento è un esempio e un modello per l’Europa, un modello di piena cooperazione tra Italia e Francia”, ha detto il ministro, smorzando così la competizione tra i due paesi nei settori più strategici dell’industria: non solo i chip di STMicrolectronics ma anche i cavi e la fibra ottica di Prysmian, fino all’automotive di Stellantis. Un cambio di passo rispetto alle tensioni tra i due governi di cui ha scritto Bloomberg pochi mesi fa, alla vigilia del rinnovo del mandato per i prossimi tre anni dell’ad di STM, Chery. Nel corso dell’assemblea degli azionisti, che si è svolta mercoledì scorso ad Amsterdam, è stato anche approvato l’ingresso di Lorenzo Grandi, attuale cfo, nel consiglio di gestione della società. La decisione bilancia il peso della governance italiana........

© Il Foglio


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