Cosa possono fare scuola e società davanti all’inspiegabile
L’omicidio plurimo di Paderno riapre le discussioni su una generazione iperprotetta, troppo esposta ma anche trascurata. E sul ruolo che la scuola e ognuno può svolgere per migliorare le cose
Scrivere sul massacro di Paderno è spiacevole, perché si tratta di una vicenda atroce e che toglie il fiato. Farlo senza risultare banali poi è difficilissimo. Eppure se c’è qualcosa su cui val la pena riflettere, da qualche parte bisogna cominciare.
La strage di Paderno ci mette di fronte a un fatto terribile che ha distrutto una famiglia, compreso l’omicida ancora in vita, e ha certamente minato un’intera comunità, serena nel suo anonimato fino a pochi giorni fa e ora travolta dal sangue, dallo sgomento, dall’inchiesta, dai giornali, dagli interrogativi collettivi e individuali.
Inoltre, questa volta non giungeranno notizie di abuso di sostanze, né di vite parallele nascoste, né di false identità, né di litigi sommersi, né di giochi online pericolosi, né di dipendenza alcuna: si tratta di un’assenza che rende l’episodio ancora più sconvolgente, perché un fatto così tremendo non porta con sé nessuno di questi elementi rassicuranti che potrebbero far pensare un esterno alla vicenda – quindi noi - che ciò che è capitato ha motivazione in abitudini, vicende, vizi, cose che non ci riguardano, che teniamo a bada, che sappiamo di dover controllare. No, questa volta non sembra che succederà: il non ancora diciottenne Riccardo, dal nulla, ha dato ascolto al suo disagio adolescenziale e con un........
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