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Buone notizie, come staremo (meglio) nel 2026

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Neurostimolatori nel midollo lesionato, superchip per guarire la retina, cellule-killer dei tumori a partire dal sangue dei donatori. E ancora, vaccini contro la recidiva neoplastica, organi per trapianti da animali “umanizzati”,nuove cartelle cliniche iperdigitalizzate in grado di ridurrei tempi nei Pronto soccorso. Le vittorie della ricercaitaliana (e non solo) per un anno da vivere più in salute

Un giorno la medicina smetterà di essere confinata in un reparto d’ospedale. Sarà un algoritmo che aiuta il medico di Pronto soccorso a curarci, un vaccino contro il cancro disegnato in tre giorni a partire dal Dna umano, o un microchip che restituisce ai paraplegici la possibilità di correre. Quel giorno, però, è già adesso: nel 2026 saremo pronti per entrare in un nuovo “secolo biologico”, dove i confini tra prevenzione e terapia, tra umano e artificiale, clinica e ingegneria iniziano a dissolversi.

Il testimonial perfetto di questa realtà futuribile ma già tangibile è in piedi sulla neve (nella foto qui a lato), e porterà la fiamma olimpica di Milano-Cortina 2026. Si chiama Andrea Scotti, ha 34 anni e, nel 2019, dopo una lesione midollare a livello delle vertebre toraciche, si è ritrovato su una sedia a rotelle: con poche speranze di poter di nuovo camminare. La svolta è avvenuta quando è stato inserito in un trial clinico del MINELab dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano e dell’Università Vita-Salute San Raffaele, in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa: il protocollo studia gli effetti della stimolazione elettrica sul midollo spinale. Il team di neurochirurghi del centro milanese, guidato dal primario Pietro Mortini, gli ha impiantato nella schiena un neurostimolatore midollare, una sorta di “pacemaker” con 32 elettrodi: la stimolazione elettrica ha quindi permesso di “riaccendere” determinati circuiti nervosi. All’intervento è seguito un percorso di riabilitazione, e il risultato è che ora Andrea cammina, e sarà uno dei tedofori delle Olimpiadi invernali.

Dopo questo grande successo tutto italiano, nell’anno che verrà si potranno probabilmente offrire speranze ad altri pazienti con gravi lesioni midollari, con la possibilità di recuperi impensabili solo fino a pochi anni fa. Sempre nel campo dell’uomo bionico, a San Francisco la società Science Corp del bioingegnere Max Hodak, ha da poco impiantato un microchip con 400 elettrodi nella retina di persone con degenerazione maculare. I pazienti hanno, di fatto, riacquistato la........

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